Quel mal di denti in aereo…
La struttura del dente è caratterizzata dal cosiddetto ‘nervo’ un delicato meshwork deputato al suo trofismo, meglio definito come polpa dentaria, ed avvolto da una dura struttura di rivestimento, la dentina e lo smalto.
Queste ultime essendo rigide, non consentono l’espansione della polpa, e determinano, ipso facto, un aumento della pressione che, spingendo le sensibili terminazioni nervose della polpa contro le pareti dentinali, sono alla base della sintomatologia dolorosa.
In condizioni di salute il ‘nervo’ e la cavità pulpare che lo contiene non risentono delle variazioni di pressione che si generano alle alta quota di 10.000 metri e oltre che gli aerei moderni facilmente raggiungono.
Le cose cambiano quando il ‘nervo’ è sede di infiammazioni di tipo cronico o subacuto: queste infiammazioni determinano un aumento della pressione nel contesto della polpa dentaria ed una ‘irritazione’ delle terminazioni nervose che, pur avendo a terra scarsa o nulla sintomatologia, viene esacerbata appena l’aereo si spinge ad alta quota.
Il paziente sperimenta allora il classico ‘mal di denti’ che dura praticamente tutto il viaggio e che tende a sparire all’ atterraggio per la conseguente diminuzione della pressione esterna.
Oltre alla buona norma di avere i denti sempre a posto è consigliabile che il paziente informi sempre il proprio dentista di un imminente viaggio: il sanitario valuterà i trattamenti da eseguire e darà istruzioni al paziente durante il viaggio evitando oltrechè la paura del volo anche quella del terribile mal di denti da alta quota.